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Il diritto della protezione animale è una delle branche del diritto nella quale la sintesi tra aspetti giuridici e aspetti etici si rivela più problematica ma anche più stimolante. Affrontare i primi senza i secondi, comporta la caduta in quel "dilettantismo professionistico" che è antitetico al diritto, lo riduce a parafrasi, ripetizione, applicazione meccanicistica di norme, e lo fa sembrare una scienza priva di vita. Il senso di questo testo, dunque, è rivolgere uno sguardo alle modalità con cui le tendenze filosofiche ed etiche - che da sempre si sono sviluppate intorno alla domanda fondamentale "Chi sei?", che l'Uomo rivolge all'Animale - hanno influenzato le norme della protezione animale. Una domanda che richiede un esercizio ascetico all'Uomo, perché lo obbliga a staccarsi da sé e dai suoi interessi, per trasferirsi nell'arcano piano delle aspettative, e quindi degli interessi, e quindi dei diritti, degli animali. Al tempo stesso, un esercizio che Egli ha sempre avvertito necessario, fin dalla prima norma di protezione animale che la storia ha fatto pervenire fino a noi, datata 1200 a.C. e contenuta nel Libro del Levitico (Lv, 24,18).